Immobile destinato ad abitazione del fallito


CASSAZIONE CIVILE, sez. I, 19 giugno 2008, n. 16668 – Pres. Proto – Rel. Genovese – P.M. Pivetti (conf.) – D.S.L. c. R.S. (avv. Faldetta)

Il fallito è il solo legittimato ad agire e resistere nelle controversie concernenti la validità del contratto di locazione avente ad oggetto un immobile destinato esclusivamente ad abitazione per sé e per la propria famiglia, atteso che, in tal caso, la locazione non integra un diritto patrimoniale compreso nel fallimento del conduttore secondo la previsione dell’art. 43, l. fall., bensì un rapporto di natura strettamente personale ai sensi dell’art. 46, l. fall., in quanto rivolto al soddisfacimento di un’esigenza primaria di vita ed inidoneo ad incidere sugli interessi della massa, perciò indifferente per il curatore; ne consegue che l’art 80, comma 2, l. fall. (vigente ratione temporis), nel prevedere che il curatore subentra nel rapporto di locazione, con facoltà di recesso, non opera con riguardo al contratto di locazione che abbia ad oggetto il predetto immobile, a prescindere dalla proporzionalità o meno della sua consistenza rispetto alle citate esigenze personali, conclusione del contratto prima o dopo il fallimento, dal rispetto o meno dello speciale regime vincolistico delle locazioni degli immobili urbani e salvo, in questo ultimo caso, l’eventuale recupero alla massa di somme sottratte ai creditori ed esorbitanti dai limiti delle necessità di vita familiari del fallito stesso.

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

Conforme Cass., sez. I, 29 gennaio 1979, n. 631, in Dir. fall., 1979, II, 177; Cass. S.U., 18 ottobre 1982, n. 5397, in Dir.fall., 1983, II, 106; Cass., sez. II, 9 giugno 1993, n. 6424, in Il fall., 1993, 1236; Cass., sez. I, 30 maggio 2000, n. 7142, in Il fall. 2001, 590.
Difforme Cass., sez. III, 12 maggio 1952, n. 1349, in Foro pad., 1953, I, 272; Cass., sez. III, 15 ottobre 1956, n. 3610, ivi, 1957, II, 291

PDF COMPLETO